Volano gli stracci. LA “PARTITA DI PALAZZO BARBIERI”. Come previsto, l’elezione del Presidente della Repubblica, col “teatrino” della politica, ha risvolti veronesi. Lega e Fd’I sono adesso più lontani, difficile pensare a un accordo unitario su Sboarina. Può accadere di tutto, ci aspettano giorni “bollenti”

Scusate, qualcuno ha perso?

Avevate dubbi? Noi, pochissimi, in realtà. Perchè ormai ci siamo abituati, purtroppo. In politica, nessuno perde mai. E’ successo anche stavolta, quando, inutile ribadirlo, hanno perso tutti, perchè ha perso la politica, il suo sistema, il suo modo di affrontare le cose, piccole o grandi che siano. Però, vai a leggere i commenti, a caldo e, quel che è peggio, a freddo, nessuno che abbia il coraggio di dire: “Beh, sì, abbiamosbagliato”.
Macchè. Tutti, adesso, ti vengono a raccontare che “…era proprio Mattarella l’uomo giusto”. “Ma sì, lo sapevamo che sarebbe andata a finire così…”. Potremmo andare avanti all’infinito, “bruciando” molte facce da destra e da sinistra, non c’è nessuna differenza. Non lo facciamo. Ma facciamo invece una domanda: perchè ora, a Roma (e a Verona) volano gli stracci?

Centrodestra, adesso che succede ?

1) E adesso, che succede in vista delle elezioni veronesi, dopo lo “strappo” romano tra Lega e Fratelli d’Italia?
E adesso, possiamo aspettarci davvero di tutto. Siccome la Lega aveva rimandato il “progetto Verona” al dopo Quirinale, ora la partita si fa ancora più complicata. Probabilmente lo stesso Fontana pensava che a Roma le cose andassero diversamente e che i risvolti positivi si riversassero su Verona. Ora, invece, su Verona “volano gli stracci”, come si dice in questi casi.
2) E quindi?
E quindi non è da escludere nessun scenario. Nel senso che o Lega e Fratelli d’Italia si mettono buoni, ignorano lo “strappo” romano e chiudono, oppure decidono di andare da soli e in questo caso, il quadro diventa ancora più nebuloso.
3) Sboarina, secondo voi, si presenterà comunque all’esame dei veronesi?
Sboarina è il sindaco uscente, già “investito” più volte dalla stessa Giorgia Meloni e da Ciro Maschio, quindi non è pensabile a un passo indietro. Primo, perchè è lui il candidato che poteva unire il centrodestra, in tempi non sospetti. Secondo, perchè se la Lega decidesse di andare da sola, magari con l’apporto di Forza Italia, a maggior ragione Fratelli d’Italia, più Verona Domani, più Battiti appoggerebbe Sboarina. In questo caso, diciamolo, i candidati “forti” diventerebbero quattro, con ovvie conseguenze. Perchè tre di loro pescherebbero nello stesso bacino (più o meno) e quindi sarebbe Damiano Tommasi ad avvantaggiarsene.
4) L’ipotesi potrebbe scongiurare questo scenario, convincendo Lega e FdI a deporre le armi?
La sensazione è che sia stato sprecato troppo tempo prezioso. Col risultato di inasprire gli animi, accentuando le divergenze. Invece di lavorare su quello che poteva unire le varie forze, il centrodestra ha lavorato per sottolineare le distanze. Invece che guardare i pregi, si sono sottolineati i difetti. Col rischio, tra l’altro, di dare un pessimo esempio agli elettori, come sempre “sottovalutati”. E adesso il risultato è sotto gli occhi di tutti.
5) Nel caso la Lega andasse da sola, quali sono i candidati più accreditati? E perchè dovrebbe scegliere questa strada?
Partiamo dalla fine. La Lega, ma questo era già stato ipotizzato, potrebbe andare da sola per “contare i voti e la propria forza”, stanca di essere subalterna a Sboarina, Verona Domani eccetera eccetera… Quanto ai candidati, il più autorevole potrebbe essere l’onorevole Fontana, molto vicino a Salvini. Oppure si fanno i nomi di Mantovanelli, del senatore Tosato, già in corsa nel 2017. In ogni caso, sono giorni decisivi. Anche la questa partita non può durare troppo a lungo.

E Tosi veste i panni del federatore. Ma Bertucco (Sinistra) parla di un Centrodestra veronese ancora più diviso di prima

“Ora auspico che le forze del centrodestra autenticamente liberali, riformiste, europeiste e pragmatiche, quelle stesse che da un anno sostengono il Governo e che sabato hanno responsabilmente scelto il Mattarella bis, possano convergere e unire ancora di più la loro azione politica, in Parlamento come nei Comuni, magari in forma di federazione come proposto da Berlusconi e Salvini. Altri partiti che facevano parte della coalizione invece hanno preso direzioni diverse, scegliendo la strada dell’opposizione e quindi della facile testimonianza. Legittimo, certamente anche più comodo, tuttavia velleitario in un momento storico in cui la maggioranza di cittadini, famiglie e imprese chiede che ci siano politiche di centrodestra, condotte però con serietà e responsabilità, sia al Governo che nei Comuni per l’attuazione di quello che io chiamo il grande piano Marshall europeo, cioè i miliardi del PNRR. Le battaglie demagogiche sulla pelle degli italiani per dimostrare di avere i muscoli, ma poco cervello (o poca serietà), non sono ammissibili in particolare in un momento grave come questo”.
A dirlo Flavio Tosi, candidato civico di centrodestra a Verona nelle prossime Amministrative.
Tosi da sempre è sostenitore del Governo Draghi e nei mesi scorsi aveva auspicato una riconferma di Mattarella al Colle: “Per la stima della persona, ma anche per un fattore politico evidente: non c’è una vera maggioranza politica in Parlamento e quindi né centrodestra né centrosinistra potevano eleggere un candidato di parte senza minare la stabilità del Governo Draghi. Stabilità invece che andava preservata proprio per il motivo richiamato sopra e cioè i finanziamenti europei del PNRR ed il loro corretto e rapido utilizzo. E il miglior garante di questa stabilità era ed è proprio Mattarella, piaccia o non piaccia. E quelle forze politiche che ora protestano, dicendo che il centrodestra doveva procedere in solitudine, anche a costo di andare a sbattere, hanno raccontato balle ai loro elettori. Quello che è accaduto alla Presidente del Senato Casellati lo dimostra”.
La proposta di Matteo Salvini di creare una federazione dei partiti sul modello degli Stati Uniti, trova naturalmente d’accordo Alberto Stefani, commissario della Lega in Veneto. “E’ sicuramente la scelta vincente per il Paese e per il centrodestra- ha detto Stefani-. Serve compattezza e non egoismo; una compattezza che la sinistra non avrà mai. Quindi è il momento di costruire e non di distruggere. Si mettano da parte personalismi e si faccia fronte comune, soprattutto con i territori: con i tantissimi amministratori locali che sanno dare voce ai cittadini e che portano avanti valori ed identità che la Lega ha sempre saputo valorizzare e che adesso saprà convergere in un nuovo, importante, contenitore”.
Ma a mettere il dito nelle ferite laceranti del Centrodestra ci pensa Michele Bertucco. “L’elezione del Capo dello Stato è passata- ha detto. ma il centrodestra veronese è ancora più diviso di prima, a conferma che non si possono mettere insieme persone e partiti che non si stimano. Peghin a Padova ha già rotto gli indugi annunciando la sua candidatura per il centrodestra malgrado i distinguo della Meloni a livello nazionale. A Verona, invece, è già tanto se Lega e alleati non sparano contro il Sindaco uscente Federico Sboarina che ha l’ambizione di ricandidarsi dopo aver spergiurato che avrebbe fatto soltanto un mandato.
E questo che il centrodestra vuole offrire alla città, un continuo tira e molla tra alleati per tutta la durata della campagna elettorale e oltre?’’.